Il suono originario

 Festa di Tutti i Santi

Dal libro dell’Apocalisse (14,3)

Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono… E nessuno poteva comprendere quel canto se non i redenti della terra.

Secondo le tradizioni e i miti di molti popoli, la Creazione dell’Universo è avvenuta per mezzo di un suono primordiale.

Per  gli aborigeni d’Australia la creazione risale al Tempo del sogno in cui esseri totemici attraversarono la terra cantando.

Per i nativi americani si dice che il mondo fu creato con un canto, nell’induismo da un suono primordiale, descritto nelle Upanishad come Om o AUM, emanazione dello spirito divino creatore.

Nella Bibbia, prima ancora della luce, fu la parola creatrice a dire: sia la luce. Anche dai fisici contemporanei l’inizio dell’universo è chiamato “Big Bang” e non Big Light.

Il Vangelo secondo Giovanni inizia così: “Nel principio era il Logos e il Logos era presso Dio, e il Logos era Dio”. “…tutto venne all’esistenza per mezzo di lui, e senza di lui nulla fu creato di ciò che esiste….”. Logos è parola, suono, senso (nella traduzione cinese del vangelo è stato tradotto con Tao).

Un suono è sempre presente nell’universo con il movimento delle sfere celesti, dicevano i greci ed ora gli scienziati parlano del suono dei buchi neri o del suono delle particelle. Nel libro mistico ebraico “Hekaloth” è scritto che ogni  creatura è cristallizzazione di una parte di questa sinfonia cosmica. L’italiano e lo spagnolo hanno mantenuto questa analogia tra canto e cristallizzare, pietrificare: in-cantare come le Sirene, e dis-in-cantare, sciogliere dal potere del canto.

L’essere umano canta, per riallacciarsi all’Assoluto, per ritrovare il centro della sua esistenza. Ogni uomo, dalla nascita porta in sé una sua melodia, una sua canzone. Chiunque di noi ha nel cuore una melodia che sempre ci dà gioia, una che sempre ci fa commuovere.

La nostra voce ci distingue uno dall’altro: è unica, individuale. È il nostro marchio. È come un’impronta digitale: raffinati sistemi di sicurezza sono basati, infatti, sul riconoscimento vocale.

Ma perché le voci sono tutte diverse? Non solo per motivi anatomici. La voce è anche e soprattutto memoria: la sua musica conserva le tracce della nostra storia che, a partire dal soffio iniziale, ne ha formato la trama, il timbro, il colore, la pasta.

Anche l’amore si riconosce dalla voce: Giulietta riconosce al buio Romeo esclusivamente dalla voce, Maria di Magdala riconosce il Signore risorto quando la chiama e la chiama per nome.

Questo credo che vivano i miei cari, viventi davanti al trono, questo credo per noi qui ed ora: essere risorti, essere in Dio, essere nella pienezza è poter cantare il proprio nome, il proprio essere in piena libertà, quel canto unico e nuovo che nessun altro può comprendere se non è risorto, un canto che si fonde nel Suono originario.

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